30 Maggio-01 Giugno.
E' da tanto tanto tempo che desidero tornare a Marrakech.
Sono trascorsi diversi anni dall'ultima volta, e ora l'occasione è di quelle buone.
Roberta, una mia cara amica conosciuta tanto tempo fa in palestra, ha dato una svolta importante alla sua vita, con la gestione di tre riad, e proprio dopo il nostro incontro avvenuto in occasione della BIT, decido che finalmente sia giunto il momento di tornare.
Tutto nasce quasi per caso, invito Silvia, ormai compagna di avventure quasi inseparabile, e mi unisco a Manuela, conosciuta durante un viaggio memorabile in Argentina, insieme si decide per la partenza.
Prenotiamo un comodo ed economico volo Easyjet, solo due giorni disponibili per questa vera e propria fuga da lavoro ufficiale, pensieri, famiglia.
Il programma approntato da Roberta, è impegnativo ma è anche quello che ci vuole: desideriamo vedere il più possibile, il tempo stringe e la nostra curiosità di Viaggiatrici, incontenibile.
Ci accoglie in aeroporto con Olga, giornalista Ansa: ma Lei è soprattutto donna di grande cultura e un'autentica appassionata della destinazione, davvero impossibile non rimanere affascinati dai suoi racconti cosi dettagliati, dagli aneddoti e dalle Esperienze realmente vissute in Terra marocchina.
L'ascolteremmo per ore e subito ci rendiamo conto di quanto una persona di questo spessore possa fare la differenza in un viaggio del genere che ahimè troppo spesso viene ridotto alla mera prenotazione del volo e dell'hotel...
Subito, dopo un buon caffè in aeroporto, saliamo sul confortevole minivan e ci dirigiamo verso le due fra le più importanti kasbah del Paese.
L'escursione si preannuncia impegnativa ma molto interessante sotto il profilo storico e paesaggistico.
La kasbah in Marocco è un abitazione fortificata, cinta da mura difensive, sormontate da torri, di solito decorate con motivi berberi; il suo interno è organizzato in piccoli cortili sui quali si affacciano gli ambienti dell’abitazione.
Sono costruite in paglia e fango pressati e appaiono come enormi castelli di sabbia.
Spuntano qua e là sull’Alto Atlante, nelle valli di Draa e Dades tra i palmeti o in posizione dominante sui pochi fiumi.
Ce ne sono a centinaia, dalle più povere alle più maestose.
Noi siamo diretti verso la qasba di Télouet, conosciuta anche come il Palais du Glaoui, costruita fra il XIX e il XX secolo.
Situata nel piccolo villaggio berbero di Télouet, nelle montagne dell'Alto Atlante, conobbe il suo possessore più celebre: Thami El Glaoui. L'impagabile posizione gli procurò tanta ricchezza: le miniere di sale e il continuo passaggio di carovane di mercanti la alimentarono nei lunghi anni.
Sostenne l'occupazione francese e da questa ricevette riconoscimenti e supporto, con gli abitanti locali ostacolò il governo della famiglia reale, ma la situazione cambiò radicalmente con l'indipendenza: per questo motivo la kasbah di Telouet non viene tutt'ora valorizzata dal governo, addirittura fino a poco tempo fa la strada per raggiungere il villaggio era sterrata e volutamente malmessa!
E' quel sito in cui non ti fermeresti se badassi solo all'apparenza esterna, davvero decadente.
Forse è proprio questo che la rende unica e bellissima nel suo genere, poco frequentata dai classici tour turistici.
La qasba e il villaggio sono oggi raggiungibili da una biforcazione della strada P31 del passo Tichka, che va da Marrakech a Ouarzazate.
Per raggiungere il villaggio di Telouet abbiamo percorso due strade, che attraversano le montagne dell'Alto Atlante, una da Marrakech, all'andata, e poi un'altra in direzione Ait Benhaddau.
Che dire? Ho ancora gli occhi pieni di paesaggi incantevoli, panorami mozzafiato, paesini arroccati sulle montagne semi desertiche, che sembrano usciti da una fiaba.
Di fronte a costruzioni da cui non ci si aspetta nulla o quasi, il loro interno sorprende, entusiasma, rapisce.
La leggenda vuole che 300 operai abbiano lavorato per tre anni per decorare soffitti e pareti.
Quest'ultime un vero trionfo, ricche di decorazioni con stucchi, a volte trattate con zellige; bellissimo il legno di cedro dipinto sui soffitti, le nostre teste sono tutte protese verso l’alto, faticano ad abbassarsi di fronte a questi capolavori e non finisce qui… i tetti sono coperti da tegole in ceramica dipinta di verde.
Tutto ciò fornisce una chiarissima idea dell'architettura tradizionale, la maestosità e la raffinatezza delle manifatture dell'epoca.
Mi fermo per un attimo a pensare, a immaginare il passaggio dei commercianti di sale, spezie, pelli e tessuti....
Percorrono ora, nella mia mente, la vecchia strada n. 1506, chiamata appunto Via del Sale, in parte asfaltata, da evitare in condizioni di maltempo!
La qasba è ancora visitabile grazie alle numerose guide locali. L'ingresso non è sorvegliato, anche se si paga per entrare (20 dirham a persona).
Siamo ancora un po' storditi da quanto inaspettatamente trovato, ma il tempo passa, i km fatti sono tanti e ancora ne dobbiamo fare, la prossima tappa non delude.
La città fortificata, o Ksar, di Ait Benhaddou è uno dei 9 siti del Marocco, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall'Unesco.
Si trova lungo la strada del commercio che le carovane percorrevano attraverso il deserto del Sahara dal Sudan fino a Marrakech.
E' composta da un gruppo di edifici costruiti nel 1600 con materiali organici, tra cui un ricco fango rosso, e si presenta all’interno di alte mura dove ancora oggi alcune famiglie vivono.
Ait Benhaddou domina la vallata, lungo le sponde del fiume Ounila, ai piedi delle montagne dell’Atlante, a 30 chilometri da Ouarzazate.
Percorriamo i vicoli stretti, su cui ora si affacciano negozi di souvenirs, ci arrampichiamo sulla sommità della collina per raggiungere un grande granaio fortificato chiamato Agadir.
Questo complesso comprende anche una moschea, una piazza e il santuario del Santo Sidi Ali.
Sicuramente il sito gode di una certa autenticità architettonica e di materiali.
Anche qui avverto di essere in un luogo unico e speciale, ripercorro un po' di storia cinematografia e mi sembra di essere sul set di importantissimi film come "Il gioiello del Nilo"," Il Gladiatore" e "Alessandro".
Qui scorrono tante e suggestive immagini e la più bella e reale, mi colpisce fortemente: lungo il fiume, famiglie nomadi, donne intente a lavare i tappeti, i bimbi che giocano a dorso degli asini... uno spaccato di vita reale antica e attuale insieme...
Con gli occhi pieni di colori ed emozioni, facciamo rientro a casa.
Il viaggio ci ha impegnate per quasi 12 ore, ma siamo felici dei paesaggi visti, della loro infinita e sorprendente varietà, dell'alternanza di conifere a palmeti, di terrazzamenti di fichi d'india,a veri e propri canyon.
Ora ci aspetta la calorosa ospitalità del Riad Si Khalifa, la regalità delle sue mura antiche e delle sue camere confortevoli che fortunatamente mantengono l'autenticità dei tempi che furono, pur essendo provviste di tutti i comfort.
Siamo indecise sulla possibilità di cenare o meno, non potete immaginare la stanchezza! Siamo in piedi da oltre 24 ore: la levataccia, il caldo certamente aspettato ma mai cosi fortemente sentito, le ore di escursione... insomma il nostro fisico è provato.
Ma come sempre non ci tiriamo indietro e si va! Cena presso il Cafè Arabe, tentiamo di andare altrove ma è tutto pieno.
Rimaniamo comunque soddisfatte della cucina, dell'ambiente e dalla bella atmosfera.
Ormai, come spesso accade, siamo ben sveglie, una doccia e una buona cena spesso fanno miracoli, ed eccoci pronte per la passeggiata verso una delle piazze più famose del mondo: Djemaa el Fna, coloratissima e viva ancora, in pienissima notte.
Non voglio soffermarmi sulla bellezza intrigante e così sfacciata di questo luogo, chiamarla Piazza non le rende giustizia.
Pensate che il suo nome arabo significa, “raduni dei morti” perchè è qui che avvenivano le esecuzioni e le teste tagliate mostrate a tutto il popolo..
E’ un autentico inno alla vita, e la cosa più interessante è che cambi radicalmente a seconda del momento in cui tu decidi di farla tua.
Ognuno di noi può vivere la “sua Djemaa el Fna”, che comunque si rivelerà sempre un’incredibile esperienza di colori, suoni, odori, profumi...
Questa notte è magica per tanti motivi, in questo clima surreale non può mancare la Koutoubia con il suo minareto di 70 metri.E’ il simbolo della città ed è quasi emozionante assistere alla preghiera: siamo in pieno ramadan, iniziato il 5 maggio e che terminerà il 3 giugno.
In questo periodo i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono mangiare, bere, fumare e praticare sesso.
Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua, seguito dal pasto serale detto iftar.
Si scatena un ritmo frenetico: tutti lasciano ciò a cui si stanno dedicando, e con una certa celerità, abbiamo visto taxisti dileguarsi nel giro di pochi secondi!
Auto, motorini, biciclette “abbandonati” in parcheggi improvvisati, prati pieni di persone: una grande festa, quella della condivisione e della convialità, davvero bello questo momento e per noi certamente “strano”, che ha quasi dell’incredibile.
Oramai siamo davvero distrutte, è notte fonda e ci abbandoniamo all'abbraccio del letto, comodissimo... domani un’altra giornata piena ci aspetta.
La colazione è appagante sulla terrazza, solitamente un must per ogni riad che si rispetti, da cui puoi godere di splendide viste sulla città rosa.
Imperdibili poi gli aperitivi, che vanno a omaggiare l'incredibile atmosfera, che diventa ancora più magica con i colori del tramonto.
Siamo pronte, il giro in città ci aspetta: Roberta e Gian Carlo continuano a dimostrarsi perfetti padroni di casa e Olga, preparatissima, ci svela ogni segreto e curiosità, lasciando spazio anche a quegli aspetti più venali di un viaggio, che però possono arricchire e divertire in egual modo, come lo shopping in veri e propri concept store: ormai Marrakech fa tendenza in tutto il mondo per lo stile e la raffinatezza dei suoi tessuti, per i suoi pregiati e ricercati arredi, tanti gli stilisti che hanno creato qui un concetto originale e alternativo di fare moda.
Ci sentiamo in un frullatore, quante informazioni, tradizioni, profumi che ci catapultano in un altro mondo!
Guardo Silvia, incredula e rapita, certamente non si aspettava una simile destinazione, così diversa, così in bilico tra antico e moderno, tra l'essere cosi' sfacciatamente tradizionalista nei costumi, negli usi, ma anche così cool e cosmopolita.
Manuela è ormai di casa qui, e mi faccio guidare dal suo continuo entusiasmo, da quella risata vera, contagiosa e inconfondibile.
Questo è Marrakech... una città che solletica sempre la curiosità del Viaggiatore, che ti mette costantemente alla prova e che non puoi etichettare.
Lei rivendica in ogni momento il suo ruolo di first lady: quando tu cerchi di abbassare la guardia nei suoi confronti, ecco la sorpresa, la chicca....
Pranziamo a Le Jardin, è solo per pura fortuna che riusciamo ad accaparraci l'ultimo tavolo all'ombra: pranzo delizioso in un contesto gradevole e molto internazionale.
Quanti ragazzi, provenienti da ogni dove, qui radunati, tra risa, curiosità, complicità....
Pranzo perfetto, il mio fatto a base di un'ottima insalata di carciofi e verdura.
Si riparte: desideriamo vedere l'altro riad, Chamade, più semplice dell'elegante e ben più centrale Si Khalifa, ma che si rivela a tutti gli effetti una validissima alternativa per coloro che desiderano sempre un buon prodotto ad un ottimo rapporto qualità prezzo.
Oramai sono le 16.30 e non possiamo concludere la nostra avventura, senza vedere il deserto di Agafy: è un'area che ha connotazioni commerciali rispetto al vero deserto del Sahara marocchino che dista ben oltre le 8 ore.... da qui... occorre tempo per Esperienze cosi ricche e impegnative e noi non ne abbiamo, come la maggior parte delle persone che opta per uno short break come il nostro.
Agafy è costituito da altipiani rocciosi che formano una sorta di paesaggio lunare, e rappresenta una più che valida e suggestiva fuga, a circa 50 minuti da Marrakech.
Qui regna un'atmosfera completamente diversa, i numerosi campi tendati e lodge, spesso davvero lussuosi, ti aiutano a rilassarti, tutto ti invita ad ogni forma di di relax, come il concederti un tuffo in piscina nel silenzio più assoluto, oppure il regalarti una cena a lume di candela, o ancora il farti vivere la magia delle mille e una notte in ambienti curati e raffinati, in una natura suggestiva ancora diversa, apparentemente isolata e molto speciale.
Abbiamo visitato il White Camel, molto curato in ogni dettaglio e da noi apprezzato.
Non dimenticheremo mai i minuti di "panico" sulla strada, in attesa del transfer: le risate mie e di Manuela di fronte alle facce arrabbiate e preoccupate di Roberta e Silvia.
Anche questo è Viaggio, l'imprevisto fa parte di noi, della nostra vita ed è bello condividerlo con persone di cui ti fidi e con cui stai bene...
I colori del cielo sono bellissimi ma sono ormai trascorse le 19: purtroppo decliniamo l'invito del manager perchè ci aspetta un'altra cena prenotata e prima ancora un aperitivo molto importante, presso il Mamounia, considerato da tutto il mondo un hotel iconico, unico nel suo genere.
Tutto ha inizio nel XVIII secolo con il Re Sidi MohMolti, che aveva l'abitudine di donare ai propri figli come regalo di nozze una casa con giardino, fuori dalla Casbah.
Solo uno tra questi giardini divenne famoso: era il 1923.... l'Hotel La Mamounia.
Ha attratto personaggi famosissimi di ogni genere ed epoca e intere famiglie lo frequentano da generazioni.
"E' il luogo più incantevole al mondo" disse Winston Churchill, e sinceramente non faccio fatica a credergli: già solo nelle parti comuni si avverte cosi forte quella sobria eleganza, quella magia, quella classe, capaci di rendere un luogo così unico e speciale e che allo stesso tempo ti fanno sentire a casa...
Qui mi sento proprio a mio agio, respiro la Storia, vorrei non andare via ma la cena ci attende, in un posto davvero gradevole: Palais Jad Mahal, la cucina non mi colpisce particolarmente ma lo spettacolo di intrattenimento è tanto bello quanto divertente e ci porta ancora una volta a fare le tre del mattino...
E' questo l'epilogo della nostra brevissima fuga che come avete avuto modo di capire, è stata si corta ma non priva di emozioni.
Un’avventura in cui la curiosità, la passione per il fascino e la bellezza e l ‘Amicizia sono stati fattori determinanti.
Marrakech è tutto questo e molto di più e il rosa pantone è ora divenuto uno dei nostri colori preferiti.....
Una destinazione per tutti, per i romantici che qui troveranno infinite situazioni "da vivere e coltivare", ma anche per i gruppi di amici e di amiche, desiderosi di godere di una destinazione cool, spensierata, e sicura, ma anche e ancora ricca di tradizione e cultura, per non parlare dei dintorni dove il tempo pare essersi davvero fermato.
Un sincero Grazie a Roberta, a Gian Carlo e a Olga, senza di loro non avremmo mai potuto permetterci, in cosi poco tempo, la bellissima Esperienza vissuta.
E' bello sapere che ci siete, che potrete accogliere i nostri amici, i nostri clienti con la professionalità e quel bellissimo sorriso che tanto vi contraddistingue...!
Un arrivederci a Silvia e a Manuela, persone meravigliose e sensibili, con loro vivrò ancora tanti Viaggi, perché il mondo è grande e infinita la mia voglia di scoprire…
Anna