17-21 Ottobre.
Il mese di Ottobre ci vede finalmente in Cappadocia...
Siamo 22 amici appassionati di Viaggi e buona compagnia.
Scelgo volutamente un albergo tipico, ogni camera è diversa e scavata nella roccia, le vedute sono mozzafiato e la località, Urgup, si dimostra eccezionale sia per un po’ di vita che la sera offre con il suo piccolo centro, sia per la vicinanza alle principali attrazioni che sono inserite nel nostro corposo programma.
Ciò che vediamo è meraviglioso, a tratti quasi inverosimile.
Il territorio modellato dal vento, dalle eruzioni e dall’opera dell’uomo, si presenta surreale e fiabesco.
Non a caso la zona è famosa in tutto il mondo anche per “i camini delle fate”, formazioni rocciose particolarissime, chiamate così proprio per il loro aspetto fantastico e fiabesco.
Ma tutto qui è così!
Le valli della Cappadocia sono numerose e ognuna presenta la sua peculiarità.
Indimenticabile la valle rosa con centinaia di formazioni rocciose in rosa.
La vista si riempie della bellezza dei picchi, dei coni e degli obelischi.
Pietre di tufo a forma di animali, quello riconoscibile e visibile, addirittura dalla strada, é il cammello!
Molto suggestiva è la Monks Valley (Valle dei Monaci) caratterizzata da formazioni in tufo intagliate a forma di cono, suddivise a loro volta in coni più piccoli, che in passato servivano da rifugio agli eremiti. All’interno essi avevano scavato la roccia dal basso verso l’alto fino a creare stanze alte 10 - 15 metri, dalle quali uscivano solo occasionalmente per prendere il cibo e le bevande offerti dai discepoli. La loro origine é dovuta all’accumulo dei prodotti vulcanici derivanti dalle eruzioni di due vulcani, circa 8 millioni di anni fa.
Indimenticabile la Valle di Goreme, un vero e proprio museo a cielo aperto composto da chiese antichissime, una di queste denominata anche come “la Cappella Sistina“ per la ricchezza e bellezza degli affreschi in essa contenuti.
Ma ogni valle ha capolavori di tunnel, stanze, passaggi, chiese e abitazioni scavate nella roccia; villaggi abbandonati e arroccati su falesie, o intere città sotterranee, come Kaymakli.
La sua storia risale addirittura al periodo Ittita e Frigia e poi si é estesa nel corso dei secoli. Le dimore che vediamo oggi sono state scolpite dai primi cristiani per proteggersi dagli invasori che arrivavano in Anatolia centrale alla ricerca di prigionieri e saccheggi. C’é un labirinto di tunnel e stanze senza fine scavate nella profondità di otto livelli sotto terra, ma solo quattro di essi sono aperti al pubblico.
E poi antichissime chiese ovunque: tutto questo è di fatto un importantissimo documento storico sulle tradizioni che sopravvivono attraverso i secoli.
Viviamo questi paesaggi anche attraverso esperienze “attive” quali la mongolfiera e il jeep safari.
La prima rappresenta il sogno per molti di noi.
E’ un’esperienza incredibile, emozionante e per certi aspetti anche adrenalinica.
Io consiglio di partire molto presto, la vera magia per me sta non solo nel sorvolare questi incredibii e fiabeschi paesaggi, ma anche nel vedere con le prime fioche luci, i balloon che a poco a poco prendono forma, si illuminano, pronti per regalare un emozione a ogni viaggiatore…
Non tutte le esperienze sono uguali e consiglio di prestare molta attenzione, anche se spesso anche questo atteggiamento non basta: molto dipende dal personale preposto alla guida della mongolfiera, dalla sua preparazione, e anche dall’area che è soggetta in quel momento, considerate anche le condizioni atmosferiche, al sorvolo.
Insomma diverse variabii da considerare, che spesso vengono tralasciate; d’altronde l’epoca è…quella che è … in genere l’utenza è troppo presa solo dal desiderio di salire sulla mongolfiera e scattare quella o questa foto migliore, da “istagrammare“..
Il prodotto è parecchio commerciale e costoso, certamente in passato aveva una emozionalità e magia diversa, la posso solo immaginare, ma è innegabile che il paesaggio sia meritevole e bellissimo, specie se visto dall’alto!
Il jeep safari, dall’ottimo rapporto qualità prezzo, ci regala momenti di puro divertimento, ma anche di raccoglimento e ammirazione di antichi complessi monastici, sopravvisuti ai secoli, di piccionaie, colline e fomazioni rocciose illuminate dai caldi colori del tramonto.
Personalmente la visita che più mi affascina è quella della Valle di Ihlara, molto meno turistica e conosciuta rispetto alle valli precedenti, ritiro favorito dei monaci bizantini.
Contiene una straordinaria densità di monumenti, con circa 60 tra chiese bizantine, cappelle, monasteri, con affreschi meravigliosi e molto ben conservati, e grotte di eremiti..
Lungo il fiume Melendiz, la bella passeggiata ci regala viste incredibili su canyon inaspettati e sulle sue rive, che via via si fanno più verdi.
Il viaggio termina qui, dopo 5 giorni e 4 notti, ricchi di confronti, emozioni e... amicizie consolidate.
Il turismo di massa è arrivato fin qui, ma non mancano spunti affinchè la mitica Cappadocia rimanga, per altri secoli, Terra magica e fiabesca…