Dicembre.
E’ giunto il momento di ripartire insieme e da sole, dopo tanti rinvii.
Il voucher in nostro possesso è inerente a un volo per Londra ma noi siamo desiderose di calore, colore e cieli azzurrissimi.
Ecco Siviglia, la capitale dell’Andalusia che fin da subito ci conquista con i 21 gradi di temperatura, il cielo limpido, di un blu davvero intenso.
Soggiorniamo a 15 minuti a piedi dal centro monumentale in un hotel delizioso che subito ci “parla” con il suo stile architettonico, della coesistenza di due culture: quella di origine araba e quella occidentale… sembra di soggiornare in un riad!
Il centro storico è tutto raccolto: le principali attrazioni sono tutte molto vicine, la gente è cordiale, sorridente, e ha uno sviluppatissimo senso civico.
Subito ci ammalia l’imponenza della Cattedrale, il suo splendido minareto la Giralda: la chiesa è seconda solo a San Pietro e St Paul a Londra;
invece il palazzo Reale Alcazar ci fa rivivere la magia della favola delle “mille e una notte “, non usciremmo più dai suoi incantevoli giardini, non smetteremmo mai di fotografare il bellissimo stile mudéjar, sviluppatosi durante il regno cristiano della Spagna, ma che utilizzò fortemente le influenze islamiche;
anche la Casa de Pilatos è un piacere per gli occhi, raccoglie in uno spazio privato e più circoscritto tutta questa signorilità e cura del dettaglio: colpiscono le pareti, ricchissime di bellissimi e colorati azulejos;
a poca distanza dalla Cattedrale, troviamo l’Iglesia de San Salvador con il suo barocco così ricco, opulento che ci strappa ancora una volta l’esclamazione “ wow wow wow”;
e poi Plaza de Toros, una dell piazze più importanti di Spagna in cui si svolge la “Corrida de Toros”: la Maestranza è immensa e l’ocra della della sua costruzione e della terra, unito al blu del cielo, creano una magia di colore cosi forte e intensa, che difficilmente dimenticherò: e poi i 14 mila posti a sedere, il museo taurino, tutto ci parla di un aspetto culturale molto importante per la destinazione che ci ospita, certamente non sempre condivisibile, accettabile, ma noi siamo cittadine del Mondo e pertanto sempre pronte a capire e mai giudicare...
Noleggiamo due biciclette gialle, nuovissime, e ci divertiamo tantissimo affrontando questi gg che sono pieni di leggerezza, privi di quel pesante clima sociale e sanitario che attanaglia da mesi la nostra bella Italia: raggiungiamo la Torre dell’Oro, e percorriamo le rive del Guadalquivir, ci commuoviamo davanti al tramonto delle 18.15 sul Ponte di Triana…
Le sere sono protagoniste di incredibili tramonti, un altro, bellissimo vissuto su una delle tante terrazze alte della città, con vista sul minareto della Giralda, che magia… ma anche del flamenco, il ballo gitano cosi sensuale, cosi primordiale nelle emozioni che suscita.
Ci rechiamo in un bar frequentato da gente locale, la Carboneria, perché desideriamo viverlo nella sua semplicità, nella sua più assoluta spontaneità: la chitarra flamenca, le nacchere, ma anche il movimento delle mani e dei tacchi, sono ipnotici e per noi pieni di fascino e bellezza.
E poi il Metropol Parasol o Setas, questa enorme costruzione realizzata in legno e cemento posta in una delle piazze principali, con lo scopo di riqualificarla.
Saliamo alle 22, prima della cena, con il biglietto per il mirador e per un’esperienza “sensoriale”
15 € a testa sono troppi, ma sono dell’idea che non si possa comunque andare via senza aver vissuto anche questa esperienza: io e Matilde sole, la luna piena, i monumenti tutti illuminati e la piattaforma che cambia di colore… dal rosso, al viola, al rosa, al blu… indimenticabile!
Desidero concludere questo mio blog con l’ultima tappa: la Plaza de Espana, semplicemente spettacolare con un diametro totale di 170 metri e una grandezza totale di 500 mila metri quadrati: due aggettivi “immensa” e “sorprendente”.
Ospita due torri, al centro una fontana, un canale che richiama molto la città di Venezia e quattro ponti che rappresentano i quattro regni di Spagna; bellissimi poi i 48 banchi decorati con mosaici, mappe, ed eventi storici di grande importanza.
La Piazza voleva essere un grande abbraccio alle colonie ibero-americane...
Noi ora invece la vediamo come un abbraccio fra popoli, fra civiltà certamente diverse ma anche tra modi di pensare differenti anche all’interno della medesima comunità culturale: sono tutte e tutti meritevoli di stima, rispetto e tolleranza…
Per quanto riguarda la mia compagna di avventura, non posso che dire GRAZIE...
Sempre attenta, acuta, sensibile: è la mia Maty a cui auguro 100 e 100 di questi Viaggi…