La Costruzione del Viaggio Giappone e Polinesia
Un amore a prima vista quello tra me e Daniela, con cui mi sono trovata subito in perfetta sintonia di mete di viaggio, aspettative e budget che abbiamo ottimizzato scegliendo un combinato GIAPPONE E POLINESIA, quest'ultima culla di paesaggi meravigliosi e lagune spettacolari, specie quella di BORA BORA, considerata la piu’ bella del mondo, pur valutando strutture di alto livello; a tutto ciò, che già di fatto non è poca cosa, si è andata ad aggiungere un’esperienza su base individuale con la sola prenotazione di hotels e trasferimenti in GIAPPONE, allo scopo di vivere in piena autonomia questa affascinante destinazione.
In questo contesto i ragazzi si sono fatti un po’ coccolare dall’avventura vissuta nel RYOKAN, È un tipo di albergo il cui stile è rimasto pressoché immutato nel tempo. Si ritiene che questo tipo di struttura risalga all’epoca Edo (1603-1868).
Attualmente un ryokan mantiene ancora gli elementi tradizionali, cioè: pavimenti formati da tatami, bagno all’esterno della camera (che può essere di vario tipo), giardino in cui si può trovare una padiglione dedicato alla cerimonia del tè, porte scorrevoli che danno su una loggia, rifiniture interne in legno di stile tradizionale, stanza spoglia, priva di mobili e letti, però dotata di tokonoma, nicchia di abbellimento in cui vengono esposte sculture, calligrafie o composizioni ikebana.
I letti tradizionali (futon), vengono apparecchiati dopo la cena, disponendo materassini, coperte e cuscini sui tatami. Solitamente colazione del mattino (Asa gohan) e cena vengono serviti nella camera che si occupa oppure in un'altra camera libera in modo da poter guardare il giardino da un'angolazione diversa.
La cucina non concede nulla agli usi occidentali ed è di solito di elevatissima qualità, molto raffinata e ricercata sia nei contenuti che nella curatissima estetica. Vengono utilizzati pezzi di ceramica e accessori pregiatissimi, spesso con evidenti riferimenti allo stile sabi cioè l’utilizzo di pezzi particolarmente “vissuti”. Ad esempio è molto frequente l’uso di scatole laccate consumate dal lunghissimo uso.
Il servizio è completamente diverso da quello di un albergo occidentale. È estremamente personalizzato, cioè l’ospite viene affidato alle cure di una cameriera esperta (di solito anziana) che lo accompagna in camera, gli serve il tè di benvenuto, lo intrattiene per cercare di capirne le esigenze, raccoglie le ordinazioni per le bevande che accompagnano la cena, accompagna a prendere il bagno, sia che si tratti di onsen (bagno termale) che diofuro, il caldissimo bagno che si fa in vasche di legno di hinoki, cipresso giapponese (Chamaecyparis obtusa). Tutto ciò è possibile poiché il ryokan ha pochissime stanze e quindi anche gli ospiti sono molto limitati di numero.
L’aspetto estetico dell’insieme è curatissimo, in qualsiasi posto si posi lo sguardo c’è uno scorcio apprezzabile, con particolare riguardo al giardino che fa spesso da sfondo scenografico ed è visibile dalle camere, dalla vasca dell’ofuro e in generale durante ogni spostamento. Porzioni limitatissime di spazio, piccoli ritagli, ospitano giardini di modestissima dimensione ma perfetti nell’equilibrio formale. Praticamente le uniche novità sono costituite dall’aria condizionata, dal telefono e dal televisore, per il resto tutto è come quattro secoli fa. Insomma un’esperienza che noi tutti consigliamo, a chi volesse, ancora una volta uscire dai classici e a volte banali schemi di soggiorno, per intraprendere una strada più autentica e indubbiamente più emozionale.
Ancora una volta il mio affetto e ringraziamento va a Daniela e Jody, che hanno saputo farmi partecipe molto molto attiva del loro sogno, che sembra essere diventato realtà….